LA DEPOSIZIONE DALLA CROCE
di Filippo Martinengo “Pastelica” – (Savona 1750 – 1800)
dimensioni: m. 4,14 x 2,20 x 2,85
numero portatori: 26
Confraternita di N. S. di Castello
La Cassa, tra le più note per la sua imponenza, si compone scenograficamente di sette figure, organizzate secondo uno schema piramidale e articolata in due gruppi. Dietro, le tre Marie bloccate a terra dal dolore, si erge la grande Croce ai lati della quale Giuseppe d’Arimatea su di una scala, e Giovanni Evangelista a terra, sono impegnati nel ricevere il Corpo senza vita di Cristo, sostenuto per un braccio da Nicodemo, appoggiato alla Croce mediante una seconda scala.
L’opera è datata dal Varaldo al 1793 e fu pagata dalla Confraternita L. 3.300, secondo quanto riportato dal Noberasco.
Iconograficamente rappresenta uno dei simboli della città.
Approfondimento di Don Giovanni Margara
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Ci sono due uomini che si adoperano sollecitamente per togliere il corpo di Gesù dalla croce: Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo. Ma chi sono questi due uomini?
Giuseppe è un discepolo di Gesù, ma in incognito per paura dei Giudei; Nicodemo è un fariseo, uno dei capi dei Giudei; quello che una volta, di notte, andò a parlare con Gesù.
Quello che compiono non è solo un atto di riguardo per una persona amata e stimata; c’è anche qui un valore simbolico universale: Cristo è morto per tutti gli uomini.
Egli è morto anche e prima di tutto per quelli del suo popolo, per quelli che erano legati alle antiche Tradizioni giudaiche e all’antico culto e che ne erano responsabili. Purtroppo i più tanti di loro non lo hanno accolto, ma Lui si è dato anche per loro.
Il Signore colloca il proprio corpo sacrificato tra le braccia di questi due uomini, invitando così loro e tutta l’umanità a compiere il proprio atto di fede in Lui, morto per la salvezza del mondo.