CRISTO LEGATO AL PALO
di ignoto genovese del XVIII secolo
dimensioni: m. 2,00 x 2,00 x 1,80
numero portatori: 12
Confraternita del SS. Giovanni B., Ev. e Petronilla
L’atteggiamento aggraziato del corpo e la tristezza del volto oltre al perizoma drappeggiato e dipinto con cura e dal bellissimo nodo formato delle mani, ci riportano ad uno scultore a conoscenza dell’arte del Maragliano che, ribadisce così, l’importante lezione dell’autore genovese.
Approfondimento di Don Giovanni Margara
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Dopo l’arresto, per Gesù hanno inizio le torture.
C’è un crescendo di violenza. Tutto inizia con un vecchio gioco in uso presso i soldati romani: colui che “sta sotto” viene bendato o comunque si copre gli occhi e deve riconoscere chi lo ha colpito; se sbaglia resta sotto e i colpi continuano.
Gesù non può indovinare, perché il gioco è “truccato”, scorretto. Per lui non c’è scampo e quello cui è sottoposto non è un gioco: è una tortura vera e propria.
La tradizione popolare esprime questa condizione del Cristo rappresentandolo legato al palo o alla colonna.
Gesù è legato inscindibilmente ad una condizione di dolore estremo, ingiusto, di sofferenza inflitta dalla cattiveria dell’uomo.
Il Signore della vita sembra volersi legare in tal modo a qualunque tipo di dolore e di ingiustizia che grava sull’umanità peccatrice.